Otto ruote per agricoltura sostenibile.

Trattore equipaggiato con 4 coppie di pneumatici gemellati e rullo da risaia.
Il passaggio del trattore e del rullo ripristina lo strato superficiale di coltivazione, favorendo l’integrazione delle paglie che migliorano il contenuto di sostanza organica nel terreno.
La lavorazione deve essere regolare ed uniforme, mantenere la risaia correttamente livellata è sempre una priorità. L’operazione viene eseguita trasversalmente perchè più efficace.

Con questo magnifico trattore Massey Ferguson 5712 che monta 4 coppie di ruote gemellate facciamo operazioni di agricoltura sostenibile che mira alla conservazione del suolo, preparandolo per la semina direttamente su sodo e quindi senza aratura o lavorazioni più o meno profonde. L’agricoltura conservativa è una priorità agro-ambientale ed è considerata innovativa perchè efficace e sostenibile. A febbraio su queste risaie biologiche semineremo il loietto da cui in estate raccoglieremo semente preziosa per i nostri erbai da sovescio e da pacciamatura verde. Sarà il quarto ciclo colturale consecutivo senza lavorazione del terreno dopo grano saraceno, erbaio di loietto e leguminose, riso e quindi loietto da seme.

Il trattore equipaggiato con otto pneumatici, molto complesso e complicato da gestire, offre grandi possibilità di lavoro su risaia sommersa. Questo aspetto è molto importante in territori ostici come la nostra Baraggia, dove il ristagno idrico è frequente e rende difficili le operazioni colturali.

Il taglio del riso Arborio.

Ogni annata, quando si conclude la mietitura del riso Arborio abbiamo la sensazione che la storia di questo straordinario riso proseguirà ancora per tanti anni. Dal 1946 ad oggi questo riso che porta il nome di uno dei comuni della Baraggia, si è fatto apprezzare in ogni angolo del mondo. Per noi è un riso irrinunciabile, un pezzo di storia della nostra terra che continuiamo a veder crescere rigoglioso nelle nostre risaie. Oggi si dice che sia una varietà poco produttiva e molto sensibile, il suo nome è inoltre molto utilizzato per commercializzare altri risi simili della stessa tipologia. Noi continuiamo a considerarla una varietà molto rustica e non potrebbe essere diversamente considerati i più di 70 anni di storia. Agronomicamente ha dei limiti, la pianta è alta e non produce come le varietà moderne. Penso siano proprio questi limiti a rendere così speciale questo riso.



Piccole Risaie.


Caratteristica del nostro territorio, la Baraggia, sono le piccole risaie che in alcuni casi arrivano a misurare poche migliaia di metriquadri.

Lo spettacolo che la luna ci ha offerto questa mattina mentre si nascondeva dietro la morena laterale destra.

Spettacolare tramonto di luna questa mattina alle ore 8,00 circa. La Luna nel suo calare è andata nel giro di pochi minuti a nascondersi dietro le montagne dellla Val Sacra (sulla sinistra Punta Quinseina – 2.344m e Punta di Verzel – 2.406m ) che in epoca glaciale costituivano la morena laterale destra dell’anfiteatro morenico di Ivrea.

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Protagoniste assolute.



Le annate come quella che stiamo vivendo sono di quelle che non scordi facilmente, soprattutto in Baraggia dove il ristagno idrico ti costringe spesso ad utilizzare le ruote in ferro dentate, quelle per seminare in acqua ma che a noi pochi giorni fa (precisamente il 18 maggio!!!!) sono servite anche per erpicare.

Il simbolo di questi giorni di inizio primavera nelle nostre risaie.




Sono le ruote in ferro il simbolo del nostro lavoro in questi giorni di inizio primavera in Baraggia. Abbiamo già detto molto sui nostri terreni con elevata capacità di campo e fortemente soggetti al ristagno idrico ma un’annata agraria così condizionata dal maltempo non avevamo avuto ancora modo di raccontarla sulle pagine di questo blog.
Quella di quest’anno come diciamo noi è un’annata da ruote strette, le ruote in ferro che si utilizzano per le operazioni a risaia sommersa e che invece noi in questi giorni siamo costretti ad utilizzare anche per erpicare.
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Neve e temperature polari.

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La neve è caduta sulle nostre risaie la sera di venerdì 18 dicembre e grazie al sole di sabato mattina ha reso il paesaggio di Baraggia incantevole. Il tutto è durato poche ore, fino a quando la nebbia non ha preso il sopravvento e le temperature sono scese fino ai – 15° Celsius (5° Fahrenheit), inusuali per la nostra zona.

Lo scafo di Alinghi sorvolerà la Baraggia.

Domani mattina ci sarà lo spettacolare trasferimento per via aerea dello scafo di Alinghi (un catamarano 30m x 20m) dal lago di Ginevra a Genova (dove effettuerà alcuni test in vista della prossima America’s cup di vela). Il catamarano del peso di 140 qli volerà agganciato all’elicottero da trasporto più grande al mondo, l’Mi26T russo (chiamato “korova” (mucca)). L’enorme elicottero (8 pale e una lunghezza di 40m) farà una sosta per rifornire in Baraggia, all’areoporto di Cerrione, non molto lontano dalle nostre risaie, sopra cui dovrebbe transitare nella seconda fase del volo.

Zolle di terra.

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Sono le zolle di terra rivoltate dagli aratri a caratterizzare il paesaggio risicolo in questo periodo. Metro dopo metro le stoppie (i residui colturali dell’annata precedente) stanno lasciando spazio alle zolle di terreno fresco e pronto per essere sminuzzato dagli erpici. Prima però godiamoci questo paesaggio e il profumo della terra appena rivoltata che da una sensazione di incredibile vitalità.

Il riso Carnaroli in Baraggia.

La Baraggia è un territorio tanto ostile quanto generoso con la vegetazione che ospita; sembra banale ma è la sintesi della coltivazione del riso Carnaroli nella nostra terra. Le acque e il clima freddo di Aprile al momento della semina, le correnti fredde provenienti dalle alpi durante la fioritura a cavallo di luglio e agosto, la maturazione anticipata a causa del brusco arrivo dell’autunno, mostrano tutto il carattere selvaggio della Baraggia, da cui il Carnaroli giunge alla raccolta in un mosaico di colori che scaldano il cuore di chi come il sottoscritto ama questa terra unica. Il Carnaroli in Baraggia cresce rigoglioso sin dalle prime fasi vegetative e arriva alla maturazione con cariossidi compatte e ben formate, un po’ più piccole rispetto ad altre zone ma che crescono incredibilmente durante la cottura. Le pannocchie pendenti, nel loro splendore portano i segni dei venti freddi che le vicine alpi soffiano sulla Baraggia, i segni delle cariossidi vuote perché andate in fioritura nelle notti sbagliate e non fecondate.
La natura si sa, nelle condizioni più difficili sa tirare sempre fuori il meglio di se e in Baraggia, quella terra difficile che i nostri avi ci hanno consegnato, si vede.
Il “gusto” della Baraggia si vede e si sente, tra le sue terrazze e i suoi avvallamenti ma anche assaporando i suoi prodotti di cui il Carnaroli è la gemma.