Lo scafo di Alinghi sorvolerà la Baraggia.

Domani mattina ci sarà lo spettacolare trasferimento per via aerea dello scafo di Alinghi (un catamarano 30m x 20m) dal lago di Ginevra a Genova (dove effettuerà alcuni test in vista della prossima America’s cup di vela). Il catamarano del peso di 140 qli volerà agganciato all’elicottero da trasporto più grande al mondo, l’Mi26T russo (chiamato “korova” (mucca)). L’enorme elicottero (8 pale e una lunghezza di 40m) farà una sosta per rifornire in Baraggia, all’areoporto di Cerrione, non molto lontano dalle nostre risaie, sopra cui dovrebbe transitare nella seconda fase del volo.

Zolle di terra.

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Sono le zolle di terra rivoltate dagli aratri a caratterizzare il paesaggio risicolo in questo periodo. Metro dopo metro le stoppie (i residui colturali dell’annata precedente) stanno lasciando spazio alle zolle di terreno fresco e pronto per essere sminuzzato dagli erpici. Prima però godiamoci questo paesaggio e il profumo della terra appena rivoltata che da una sensazione di incredibile vitalità.

Il riso Carnaroli in Baraggia.

La Baraggia è un territorio tanto ostile quanto generoso con la vegetazione che ospita; sembra banale ma è la sintesi della coltivazione del riso Carnaroli nella nostra terra. Le acque e il clima freddo di Aprile al momento della semina, le correnti fredde provenienti dalle alpi durante la fioritura a cavallo di luglio e agosto, la maturazione anticipata a causa del brusco arrivo dell’autunno, mostrano tutto il carattere selvaggio della Baraggia, da cui il Carnaroli giunge alla raccolta in un mosaico di colori che scaldano il cuore di chi come il sottoscritto ama questa terra unica. Il Carnaroli in Baraggia cresce rigoglioso sin dalle prime fasi vegetative e arriva alla maturazione con cariossidi compatte e ben formate, un po’ più piccole rispetto ad altre zone ma che crescono incredibilmente durante la cottura. Le pannocchie pendenti, nel loro splendore portano i segni dei venti freddi che le vicine alpi soffiano sulla Baraggia, i segni delle cariossidi vuote perché andate in fioritura nelle notti sbagliate e non fecondate.
La natura si sa, nelle condizioni più difficili sa tirare sempre fuori il meglio di se e in Baraggia, quella terra difficile che i nostri avi ci hanno consegnato, si vede.
Il “gusto” della Baraggia si vede e si sente, tra le sue terrazze e i suoi avvallamenti ma anche assaporando i suoi prodotti di cui il Carnaroli è la gemma.

Timballo di Riso Nero Zaccaria con Ombrina affumicata di Orbetello e Finocchietto selvatico. Mina Astoria

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Riso Nero Zaccaria condito con burro Occelli, in timballo con Ombrina affumicata di Orbetello tagliata a coltello e impreziosita da gocce di extra vergine di Sicilia e finocchietto servatico. In abbinamento Mina Astoria, gran medaglia d’oro al Vinitaly 2008, vino stupendo, per il 50% di incrocio Manzoni. Leggi tutto “Timballo di Riso Nero Zaccaria con Ombrina affumicata di Orbetello e Finocchietto selvatico. Mina Astoria”

Il “regalo” di ferragosto.

Il 15 agosto, festa dell’Assunta, doveva essere una giornata serena e festosa che invece si è conclusa tra le risaie a far defluire l’acqua in eccesso, esigenza improcrastinabile nei risi a taglia alta, allettati dal forte nubifragio che si è abbattuto in Baraggia.
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Le foto illustrano il nostro riso Arborio con le sue piante piegate dal vento e dalla pioggia battente. La stessa sorte è capitata a Carnaroli, Vialone Nano ed in piccola parte anche al Sant’Andrea. Nulla di grave, anche se garantisco che vedere una delle proprie risaie in questo stato a quasi due mesi dalla mietitura è decisamente sconfortante. Le piante in questa fase del ciclo vegetativo hanno tutta la forza per tornare in posizione eretta. La varietà più reattiva in questo senso è il Carnaroli, in pochi giorni è in grado di riprendere la posizione ideale.