Nero Otello, da tanti anni un’emozione unica.

Da molti anni ormai la raccolta del riso Nero Otello si ripete conservando sempre le emozioni della prima volta. Da sempre questo rituale è stato per noi motivo di grande soddisfazione, sia per l’importanza che questo riso ha dal punto di vista nutrizionale, sia per le difficoltà di gestione agronomica e di lavorazione. C’è tanto lavoro, molta pazienda e determinazione dietro a questo riso stupendo. Questa foto infine, fa trasparire le tracce di una giornata faticosa e piena di imprevisti. A fine mietitura sembra quasi il riepilogo dell’annata che si sta concludendo. Abbiamo faticato tanto ma siamo felici.

Margherite.

Il ritorno al lavoro dei campi dopo 5 giorni di fiera è sempre molto emozionante. E’ letteralmente un tuffo nella natura che spesso ti lascia d’incanto, come in questo caso difronte a queste stupende margherite  ai margini di una risaia di verdeggiante Carnaroli. Leggi tutto “Margherite.”

La Fiera in Campo 2010




Alcuni particolari dalla Fiera in Campo 2010 organizzata da Anga Vercelli, associazione giovanile di cui faccio parte e che in questi ultimi anni è riuscita a far diventare questa manifestazione un’importante punto di riferimento per l’agricoltura dell’Italia nord occidentale. Non solo l’alto numero di visitatori ma anche il livello e la quantità di macchinari e attrezzature in esposizione dimostrano quanto la Fiera in Campo sia importante per gli agricoltori, soprattutto in ambito risicolo.
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Carnaroli superiore, Carnaroli tradizionale, oltre al danno anche la beffa per l’unico riso degno di essere chiamato Carnaroli?

La discussione sulla nuova legge sul commercio interno del riso prosegue e da diverse fonti mi arrivano notizie su due possibili soluzioni che a quanto pare hanno acquisito consensi in questi giorni. Entrambe prevedono la differenziazione del riso Carnaroli originale, quello proveniente dalle coltivazioni della varietà medesima, come Carnaroli superiore oppure come Carnaroli tradizionale, mentre ai risi similari (varietà Karnak, Carnise e altre) verrebbe riservata la dicitura “riso Carnaroli”.

In altre parole il Carnaroli originale sarebbe addirittura costretto a cambiare denominazione di vendita mentre i risi ad esso simili utilizzerebbero il suo nome. Incredibile, oltre al danno quindi si prospetterebbe anche la beffa.

Carnaroli / Karnak, la legge che regola il commercio interno del riso deve essere equa e trasparente.

Una legge che disciplina il commercio di un prodotto agroalimentare ha l’obbligo di essere equa e trasparente nei confronti di tutte le componenti della filiera, dal produttore al consumatore finale. La garanzia di equità e trasparenza sta nell’etichetta che non può essere ambigua.
L’etichettatura del riso italiano prevede da sempre l’indicazione della varietà, sottoinsieme della sottospecie japonica che si distingue per caratteri propri che determinano all’atto del consumo importanti differenze. Ad esempio pur appartenendo alla sottospecie Japonica di Oriza Sativa L. le varietà Balilla e Carnaroli differiscono per una serie notevole di caratteri che li rendono due risi completamente diversi, sia nella morfologia che nelle proprietà di cottura. Le differenze fra le varietà vanno ben oltre la morfologia e il contenuto in amilosio e amilopectina, come si tende spesso superficialmente a fare. Nella formazione del granulo d’amido intervengono diversi enzimi, tre in particolare presenti in diverse isoforme sono responsabili della ramificazione dell’amido stesso. Proprio la ramificazione dell’amido è una delle ragioni che determinano le straordinarie peculiarità del riso tradizionale italiano. Particolarità che si riscontrano ampiamente nel risotto a patto di non limitare le sensazioni alla cottura del chicco e alla collosità. Tra le varietà di riso italiano ci sono una miriade di differenze meritevoli solo di essere esaltate e non di venire banalizzate nel segno dell’omologazione considerandole come gruppi o denominazioni di vendita. Un simile torto alla nostra storia, alla nostra cultura e alle nostre tradizioni una legge dello stato italiano non può farlo.
Carnaroli è e deve continuare ad essere esclusivamente il riso appartenente alla varietà chiamata e registrata con questo nome. Il Karnak è diverso, è un’altra varietà; è molto simile e questa somiglianza deve essere una risorsa e non un problema. Il Karnak deve essere definito con il suo nome o come riso tipologia Carnaroli. Chiamare e cioè etichettare il Karnak come Carnaroli è falso e lo sarà sempre anche se consentito dalla legge. Biologicamente il Karnak non è Carnaroli.
Il Karnak è un grande riso, chi l’ha creato, il dottor Eugenio Gentinetta è una delle persone più geniali che ha la ricerca italiana sul riso. Anche il Karnak merita di essere tutelato e non trattato da impostore. Il Karnak è una preziosa risorsa e dovrebbe a mio parere essere etichettato come Karnak (come peraltro fanno già alcuni produttori) oppure come riso “tipo Carnaroli” con la parola “tipo” in evidenza (non troppo ma nella parte frontale dell’etichetta) sulle confezioni per il mercato interno e in posizione marginale per quello estero (ex. scritta “Riso Carnaroli” frontale e “riso tipo Carnaroli” su un lato della scatola). Una differenziazione di questo tipo garantirebbe equità e trasparenza nei confronti della filiera intera compresi i consumatori.
Quanto ho scritto per Carnaroli e Karnak vale per Arborio – Volano, Baldo – Galileo e Sant’Andrea – Loto e altri similari e vuole essere una proposta per arrivare ad un’accordo di filiera per una nuova legge sul commercio interno del riso rispettosa dei diritti e della libertà di ogni componente del settore.

Il Sovversivo Butera in Baraggia

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Baraggia Rice
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Liborio Butera, sovversivo del gusto più che per scelta per vocazione, in mezzo al tenace fango della Baraggia realizza un interessante video durante il taglio del nostro riso nero.

100.000.000 di Euro il debito dello Stato nei confronti dell’Ente Nazionale Risi.

In questi giorni sono arrivate all’Ente Nazionale Risi le necessarie ed indispensabili rassicurazioni in merito all’inclusione nella Finanziaria 2008 dell’ente stesso tra quelli da sopprimere. L’ENR non verrà chiuso, gode di ottima salute ed è stato un’errore di stesura della Finanziaria. Tutto a posto quindi anche se alcune perplessità come ovvio restano. Tra i particolari emersi in questi giorni, spicca il debito dello Stato Italiano nei confronti dell’Ente Nazionale Risi che ammonta a ben 100 milioni di euro (la fonte è la Corte dei Conti e la notizia l’abbiamo appresa da un’articolo – intervista al Presidente dell’Ente Piero Garrione apparso sulla pagina dedicata all’Agricoltura su La Stampa di domenica 7 ottobre).
Come detto in un precedente post: “Lunga vita all’Ente Nazionale Risi”.

Lunga vita all’Ente Nazionale Risi.

L’Ente Nazionale Risi è stato inserito per errore in una lista di enti da sopprimere. Il fatto ha sorpreso la filiera risicola che si è subito mobilitata ricevendo immediatamente le rassicurazioni del Ministro De Castro. L’Ente nazionale Risi funziona e non grava assolutamente sulle casse dello stato. E’ inoltre anche responsabile dei controlli sulla Denominazione D’Origine Protetta Riso di Baraggia Biellese e Vercellese
Auspichiamo che l’equivoco si risolva entro breve tempo nell’interesse dell’Ente e di tutta la filiera che rapressenta e di cui facciamo parte. Un abbraccio a tutti coloro che hanno subito queste indiscrezioni e lunga vita all’Ente Nazionale Risi.

Link- Il comunicato del Consiglio Di Amministrazione.

In terra di Corsari del Gusto il 3° raduno dei Sovversivi (del gusto naturalmente).

Domenica 9 settembre saremo a Savigliano in provincia di Cuneo per il 3° raduno dei Sovversivi del Gusto. Ad organizzare l’evento ci ha pensato il Corsaro Edoardo Bresciano, l’uomo d’oro dell’oca nostrana, capace di estrarre dal proprio cilindro salami e prosciutti fantastici oltre a petti d’anatra di rara morbidezza e sapore. Edoardo è un contadino vero, d’altri tempi ma con idee moderne e razionali improntante alla ricerca dell’essenza del gusto e dell’alimentazione naturale senza trucchi. Edoardo non è il solo a ragionare in questi termini, esprime come il sottoscritto quell’idea comune a molti produttori e molti amanti del buon cibo aggregati sapientemente dal leader carismatico Adriano Liloni, il Lancillotto del Garda. Adriano è uno che se ne intende di cibo e conosce le strade per arrivare a quello giusto, per toccare con mano quello che sto dicendo è sufficiente recarsi in via Tormini a Soprazzocco di Gavardo in quell’oasi delle bontà che è la Trattoria Pegaso (linkare qui, prego, per avere un esempio su come venga interpretato alla Pegaso il riso).

Domenica sarà un grande giorno, in un luogo a stretto contatto con la natura avremo non solo modo di esporre i nostri prodotti ma anche l’opportunità di discutere delle future iniziative in una tavola rotonda coordinata dall’amico Liborio Butera. Ci sarà anche Francesco Travaglini, direttamente dal Molise (Larino) con il suo eccellente olio Tratturello, i suoi formaggi di pecora e soprattutto con la sua competenza ed il suo modo di concepire l’agricoltura.

Per chi volesse partecipare è stato organizzato il weekend del sovversivo.

Parlano dell’evento:

Liborio Butera

Edoardo Bresciano

Francesco Travaglini

La Baraggia Biellese e Vercellese alle prese con i soliti problemi idrici. Diversi ettari di risaia già distrutti dalla siccità.

C’è grande amarezza in questi giorni in Baraggia, terra di pregiato riso DOP italiano (fresco di riconoscimento), da diversi giorni alle prese con gravi problemi di scarsità idrica. E’ una storia che si ripete, è bastato il mese di luglio meno piovoso degli ultimi anni (come segnalato dall’osservatorio di Oropa è dal 1984 che non si verificava un mese di luglio così scarso di precipitazioni) per cadere in una crisi profonda. Eppure dopo le preoccupazioni di inizio campagna le notevoli piogge che hanno caratterizzato la primavera sembravano aver messo al sicuro la campagna ma così non è stato.

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I consumi idrici dell’agricoltura non devono essere ridotti.

Il dibattito relativo alla scarsità di risorse idriche di questo periodo tocca spesso l’agricoltura, sia per via dei danni ingenti che la scarsità provoca sia per i presunti sprechi del settore primario. E’ bene precisare che l’acqua utilizzata dall’agricoltura non è mai sprecata in quanto le varie produzioni agricole rappresentano una preziosa riserva di acqua che in parte viene restituita con la traspirazione all’atmosfera. L’acqua evapora sotto forma di vapore attraverso gli stomi presenti sulle foglie delle pianta, operazione che ha funzione termoregolatrice  e al tempo stesso consente alla pianta di immagazzinare anidride carbonica poi organicata durante la notte. L’organicazione della CO2 è un processo vitale per il nostro ecosistema in quanto oltre a produrre carboidrati contribuisce a ridurre i livelli di anidride carbonica presenti nell’atmosfera. Come sappiamo la CO2 è un’importante gas serra che sta contribuendo all’innalzamento della temperatura del pianeta terra.
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