La campagna, un privilegio.

Vivere in campagna è un privilegio. In questi giorni in cui il coronavirus Covid-19 ha costretto al lockdown metà della popolazione mondiale, ci sentiamo dei privilegiati. I nostri terreni, le nostre risaie, sembrano un’ enorme giardino che dona un senso di libertà e di sicurezza che ci riempie il cuore. Tutto questo attenua solo in parte il dolore che proviamo per tutte le persone colpite e che stanno soffrendo e lottando contro un virus spietato e crudele. Covid-19 non ha risparmianto persone a noi care e gli effetti della crisi che ne è scaturità stanno mettendo in difficoltà persone e aziende con cui collaboriamo da anni e a cui siamo profondamente legati. I contatti sociali rappresentano la parte più bella e gratificante del nostro lavoro.

Panorami: risaie arate.

L’ aratura è una delle operazioni colturali più comuni e caratteristiche che consiste nel tagliare e rivoltare il terreno. E’ una pratica che ha un grande senso di transizione e rinnovamento, cancellando tutte le tracce presenti e portando in superficie terreno puro, riposato e pronto per essere coltivato. Visivamente un campo appena arato da un senso di pace, all’ olfatto idem, il profumo di terra può essere dolce e inebriante.

L’ aratura può essere sostenibile quando è anche sovescio. In questo caso infatti è stato contemporaneamente interrato un erbaio di loietto di cinque mesi che contribuirà a migliorare la struttura e la fertilità di queste risaie.

Risaie in inverno e alpi biellesi.

Le ultime risaie ancora sommerse ci regalano verso la fine dell’ inverno alcuni splendidi panorami. Le alpi biellesi sono ancora innevate e dominano la vista rispecchiandosi nell’ acqua.

La sommersione invernale delle risaie è una pratica inusuale in cui noi crediamo molto. Migliora la fertilità dei nostri terreni e li mantiene vivi e attivi anche durante il freddo inverno. Le risaie sommerse anche in questa stagione rappresentano una preziosa risorsa per l’ avifauna. Al calare del sole lo starnazzare delle anitre selvatiche è una costante che rompe la quiete della notte.

Erbaio biologico

Il nostro erbaio biologico prosegue il suo sviluppo in attesa di diventare pacciamatura verde per il riso nella prossima primavera. La qualità dell’ erbaio, la sua uniformità ed il suo adeguato sviluppo sono determinanti per la buona riuscita di questa tecnica colturale.

Risaie

La risaia sommersa sul finire dell’ autunno offre unso scenario di pace e tranquillità. Le alpi biellesi innevate fanno apprezzare tutto lo splendore del nostro territorio. La sommersione autunno – vernina delle risaie ha una grande valenza ambientale e contribuisce a migliorare la fertilità del suolo. E’ una pratica sostenibile nella moderna risicoltura.

Risaia sommersa in autunno, in alto a sinistra il Monte Rosa con ben visibile Punta Gnifetti, a destra bestiame al pascolo.

Verso la fine della mietitura in apprensione per il maltempo.

Siamo circa a sei giorni lavorativi dalla fine della mietitura 2019. Da raccogliere in campo abbiamo ancora alcuni tra i nostri risi più pregiati come i biologici e le varietà rosse e nere. Siamo un po’ in apprensione perché il clima si sta facendo ostile e le previsioni meteo non sono per nulla rassicuranti , con la pioggia che potrebbe essere la protagonista assoluta dei prossimi dieci giorni.

Distruzione soia biologica.

In questi giorni si è resa necessaria la distruzione della nostra soia biologica. La presenza eccessiva di infestanti, la produzione limitata, i tempi lunghi da attendere per la raccolta e la necessità di seminare il loietto per la pacciamatura verde 2020, ci hanno imposto la distruzione della produzione. Quella che può sembrare un’ operazione scellerata, in realtà rappresenta per noi una semplice fase di preparazione del terreno per la coltivazione di riso biologico nella prossima annata.

Se la prima foto può lasciare qualche dubbio, la seconda, con la trattrice impegnata nella trinciatura, mostra la reale infestazione del campo. In queste condizioni la soia sarebbe maturata verso fine mese assieme ad una grande quantità di semi di giavone, l’ erbaccia più infestante e complicata della risaia che siamo costantemente impegnati a debellare.

In Agricoltura Biologica questi sono interventi necessari. Le opzioni a disposizione e i tempi sono decisamente più ristretti. Spiace immensamente distruggere una coltura ma è l’ unico modo per poter produrre l’ anno successivo. E’ la nostra esperienza ad imporci le regole di lavoro e nei nostri campi biologici, riusciamo a produrre riso solo ad anni alterni. Quello che può sembrare strano è per noi un successo che ci riempie di orgoglio. A differenza di quanto si pensi l’ Agricoltura Biologica è molto difficile e non perdona errori, soprattutto per chi come noi, non accetta compromessi.

Queste ultime due foto mostrano le parti più belle e che abbiamo sperato sino all’ ultimo di poter raccogliere ma non ci siamo riusciti. Ora spazio al loietto e all’ anno che verrà. La soia è una grande miglioratrice del terreno, grazie alla sua radice fittonante e alla simbiosi con batteri azoto fissatori.

Torna il verde tra le risaie.

Il Loietto seminato a fine settembre spunta tra le paglie lasciate dal riso appena raccolto. Il Loietto italico, chiamato anche Loiessa o Loglio d’ Italia, è una graminacea straordinaria che si sta rivelando estremamente sinergica per la nostra risicoltura integrata e sostenibile. Nelle nostre risaie il loietto ha la funzione di dare una copertura vegetale al terreno durante i mesi freddi, migliorando la fertilità del terreno che arricchisce con le sue radici e la sua massa verde. Il loietto crescerà nelle nostre risaie per circa sei – sette mesi per poi essere interrato con il sovescio.

Una splendida giornata.

I colori della mietitura quando splende il sole come oggi sono incantevoli. Il nostro riso Carnaroli è completamente maturo ed il giallo è ormai la colorazione predominante. Il contrasto con le vicine montagne è netto. Il Monte rosa è sempre protagonista, riesce sempre a catturare il nostro sguardo.

Il taglio del riso Arborio.

Ogni annata, quando si conclude la mietitura del riso Arborio abbiamo la sensazione che la storia di questo straordinario riso proseguirà ancora per tanti anni. Dal 1946 ad oggi questo riso che porta il nome di uno dei comuni della Baraggia, si è fatto apprezzare in ogni angolo del mondo. Per noi è un riso irrinunciabile, un pezzo di storia della nostra terra che continuiamo a veder crescere rigoglioso nelle nostre risaie. Oggi si dice che sia una varietà poco produttiva e molto sensibile, il suo nome è inoltre molto utilizzato per commercializzare altri risi simili della stessa tipologia. Noi continuiamo a considerarla una varietà molto rustica e non potrebbe essere diversamente considerati i più di 70 anni di storia. Agronomicamente ha dei limiti, la pianta è alta e non produce come le varietà moderne. Penso siano proprio questi limiti a rendere così speciale questo riso.