Piove sul bagnato… e la risaia è sommersa.

Lunedì 30 aprile 2012 ore 18,50.

martedi 1 maggio ore 7,50, stessa risaia, in poche ore completamente sommersa e pronta per essere livellata con l’asse spianone.

Piove sul bagnato, con disarmante costanza ormai da un mese. L’anno orribile sta prendendo forma, il terzo consecutivo.

Il pasto del curculionide.


Lissorhoptrus Oryzophilus, il coleottero curculionide chiamato anche punteruolo acquatico del riso, è dotato di apparato boccale masticatore con cui provoca nelle giovani foglie del riso delle scarificazioni longitudinali parallele alle nervature fogliari.
Questo simpatico insetto è diventato in pochi anni il peggior incubo dei risicoltori italiani in quanto è in grado di provocare ingenti danni alle coltivazioni di riso.

Carnaroli superiore, Carnaroli tradizionale, oltre al danno anche la beffa per l’unico riso degno di essere chiamato Carnaroli?

La discussione sulla nuova legge sul commercio interno del riso prosegue e da diverse fonti mi arrivano notizie su due possibili soluzioni che a quanto pare hanno acquisito consensi in questi giorni. Entrambe prevedono la differenziazione del riso Carnaroli originale, quello proveniente dalle coltivazioni della varietà medesima, come Carnaroli superiore oppure come Carnaroli tradizionale, mentre ai risi similari (varietà Karnak, Carnise e altre) verrebbe riservata la dicitura “riso Carnaroli”.

In altre parole il Carnaroli originale sarebbe addirittura costretto a cambiare denominazione di vendita mentre i risi ad esso simili utilizzerebbero il suo nome. Incredibile, oltre al danno quindi si prospetterebbe anche la beffa.

Carnaroli / Karnak, la legge che regola il commercio interno del riso deve essere equa e trasparente.

Una legge che disciplina il commercio di un prodotto agroalimentare ha l’obbligo di essere equa e trasparente nei confronti di tutte le componenti della filiera, dal produttore al consumatore finale. La garanzia di equità e trasparenza sta nell’etichetta che non può essere ambigua.
L’etichettatura del riso italiano prevede da sempre l’indicazione della varietà, sottoinsieme della sottospecie japonica che si distingue per caratteri propri che determinano all’atto del consumo importanti differenze. Ad esempio pur appartenendo alla sottospecie Japonica di Oriza Sativa L. le varietà Balilla e Carnaroli differiscono per una serie notevole di caratteri che li rendono due risi completamente diversi, sia nella morfologia che nelle proprietà di cottura. Le differenze fra le varietà vanno ben oltre la morfologia e il contenuto in amilosio e amilopectina, come si tende spesso superficialmente a fare. Nella formazione del granulo d’amido intervengono diversi enzimi, tre in particolare presenti in diverse isoforme sono responsabili della ramificazione dell’amido stesso. Proprio la ramificazione dell’amido è una delle ragioni che determinano le straordinarie peculiarità del riso tradizionale italiano. Particolarità che si riscontrano ampiamente nel risotto a patto di non limitare le sensazioni alla cottura del chicco e alla collosità. Tra le varietà di riso italiano ci sono una miriade di differenze meritevoli solo di essere esaltate e non di venire banalizzate nel segno dell’omologazione considerandole come gruppi o denominazioni di vendita. Un simile torto alla nostra storia, alla nostra cultura e alle nostre tradizioni una legge dello stato italiano non può farlo.
Carnaroli è e deve continuare ad essere esclusivamente il riso appartenente alla varietà chiamata e registrata con questo nome. Il Karnak è diverso, è un’altra varietà; è molto simile e questa somiglianza deve essere una risorsa e non un problema. Il Karnak deve essere definito con il suo nome o come riso tipologia Carnaroli. Chiamare e cioè etichettare il Karnak come Carnaroli è falso e lo sarà sempre anche se consentito dalla legge. Biologicamente il Karnak non è Carnaroli.
Il Karnak è un grande riso, chi l’ha creato, il dottor Eugenio Gentinetta è una delle persone più geniali che ha la ricerca italiana sul riso. Anche il Karnak merita di essere tutelato e non trattato da impostore. Il Karnak è una preziosa risorsa e dovrebbe a mio parere essere etichettato come Karnak (come peraltro fanno già alcuni produttori) oppure come riso “tipo Carnaroli” con la parola “tipo” in evidenza (non troppo ma nella parte frontale dell’etichetta) sulle confezioni per il mercato interno e in posizione marginale per quello estero (ex. scritta “Riso Carnaroli” frontale e “riso tipo Carnaroli” su un lato della scatola). Una differenziazione di questo tipo garantirebbe equità e trasparenza nei confronti della filiera intera compresi i consumatori.
Quanto ho scritto per Carnaroli e Karnak vale per Arborio – Volano, Baldo – Galileo e Sant’Andrea – Loto e altri similari e vuole essere una proposta per arrivare ad un’accordo di filiera per una nuova legge sul commercio interno del riso rispettosa dei diritti e della libertà di ogni componente del settore.

Tastuma Tut

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Domani dalle 11,00 alle 19,00 a Torino (Villa Sassi – strada al Traforo di Pino, 47) si terrà la 5° edizione del Tastuma Tut – Suggestioni Enogastronomiche. Noi parteciperemo per il terzo anno consecutivo e saremo presenti con uno spazio espositivo dove sarà possibile ricevere tutte le informazioni ed acquistare tutti i nostri risi, comprese le ultime novità.
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L’ultima risaia.

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Con l’ultima risaia si è conclusa la mietitura 2009 Zaccaria. E’ stato un mese di lavoro molto intenso e ricco di soddisfazioni. Abbiamo raccolto risi di straordinaria qualità.

7/8 luglio San Siro

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U2 8lug09
Al Meazza abbiamo vissuto il 7 e l’8 luglio una due giorni entusiasmante. I 2 concerti milanesi degli U2 del 360 Tour visti entrambi dalla pit, la zona circolare sotto l’incredibile e mastodontico palco. Stesso copione per tutte le due giornate, mattinata in risaia, pranzo e partenza per Milano. Dopo la ressa ai cancelli la corsa verso la pit e la lunga attesa, culminata all’ingresso del gruppo spalla (Snow Patrol (bravissimi)) con una serpentina verso il centro, difronte al microfono del grande Bono.
Grande musica ed il meglio della tecnologia, davanti ai nostri occhi e le nostre orecchie. L’ultimo disco “No line on the horizon” a dispetto di chi l’ha sottovalutato sin dalla sua uscita si è rivelato grandioso come le due canzoni con cui si è aperto e chiuso il concerto, “Breathe” e la dolcissima ed emozionante “Moment of surrender”. Il regalo finale, a conclusione del concerto, è stata la voce dell’indimenticabile Luciano Pavarotti che diffusa dal palco ha accompagnato la nostra uscita dallo stadio, l'”Ave Maria” (che abbiamo ascoltato con grande emozione e gioia) il 7 e “Nessun Dorma” l’8.

Due giorni indimenticabili.

Sconcerto Augusto.

Il 2009 è iniziato con una sorpresa che ci ha letteralmente spiazzato. Nella prossima annata agraria non potremo coltivare il riso Augusto, varietà che da diversi anni occupa una superfice di primo piano nella nostra azienda. La cosa incredibile è che noi, che coltiviamo da sempre il riso Augusto, siamo rimasti senza seme. Le ragioni sono molteplici ma di certo non siamo arrivati troppo tardi. E’ una situazione strana quella che sta vivendo la risicoltura in questo momento, con i semi di molte varietà tra cui il Sant’Andrea esauriti.